Disdetta Luce: costi, tempi e procedura da seguire
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La disdetta dell'energia elettrica è un'operazione che permette di interrompere qualsiasi rapporto contrattuale con il proprio fornitore e di disattivare i contatori presso un determinato punto di fornitura. Scopri quali sono tempi, costi e procedura da mettere in atto affinché sia possibile effettuare la disdetta.
Spesso, si tende a pensare che la disdetta della luce vada comunicata soltanto in caso di cambio fornitore, cioè di passaggio ad un'altra compagnia. In verità, le cose non stanno esattamente così. Anzi, in realtà, quando si sostituisce un gestore con un altro non è nemmeno necessario fare la disdetta, in quanto l'incombenza viene gestita direttamente dal nuovo fornitore.
Quando fare la disdetta della luce?
Ci sono determinate circostanze nelle quali è altamente consigliato effettuare la disdetta della luce. Ecco le più importanti:
- Quando un utente si trasferisce in un'altra casa o in un'altra città e non intende più utilizzare il servizio di fornitura elettrica presso l'indirizzo precedente, richiederà la chiusura del contatore;
- Se un'azienda o un negozio chiude definitivamente o trasferisce la propria attività in un'altra sede, potrebbe richiedere la disattivazione del contatore per evitare di incorrere in costi aggiuntivi;
- Se un immobile rimane disabitato per un lungo periodo di tempo o non viene mai utilizzato, il proprietario potrebbe decidere di disdire il servizio elettrico per risparmiare sui costi fissi delle bollette della luce;
- Se si decide di adottare per la propria casa o azienda fonti di energia alternative, come pannelli solari o generatori eolici, potrebbe non esserci più il bisogno dei servizi elettrici tradizionali e richiedere la disattivazione del contatore.
Ti ricordiamo anche i casi in cui non è necessario effettuare una disdetta:
- Quando un utente richiede un cambio fornitore, lasciando quindi la fornitura attiva ma cambiando il gestore delle utenze. In questo caso, la disdetta procederà automatica con il precedente gestore, senza però staccare le utenze, passando direttamente al nuovo;
- Quando un utente richiedere il cambio di intestatario, o voltura, delle utenze luce e gas. In questo caso, una disdetta diretta da parte del precedente intestatario potrebbe invalidare la procedura di voltura, rallentando la pratica corretta e lasciando il nuovo intestatario con le utenze disattivate anziché intestate a suo nome.
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Qual è la procedura per chiudere il contatore della luce?
La procedura da seguire affinché sia possibile procedere con la chiusura del contatore della luce può variare da un fornitore all'altro. Alcune compagnie potrebbero mettere a disposizione un apposito modulo da scaricare gratuitamente nella sezione modulistica dei rispettivi siti web. Questa possibilità è molto apprezzata anche dagli utenti, in quanto bisognerà semplicemente effettuare il download del modulo, compilarlo e poi trasmetterlo al fornitore.
- Quali sono i canali tipici da utilizzare per l'invio di una disdetta?
- Indirizzo e-mail;
- Indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC);
- Posta tradizionale (in genere presso la sede legale o operativa del fornitore);
- Fax;
- Area clienti o App ufficiale del fornitore.
In alcuni casi, è possibile effettuare una disdetta telefonicamente, chiamando il numero verde del fornitore. In altre circostanze, soprattutto quando parliamo di compagnie che vantano una forte presenza territoriale, le disdette possono essere consegnate anche a mano, presso gli sportelli fisici dei gestori.
Quali dati servono per chiedere la chiusura del contatore della luce?
In fase di compilazione di un modulo di disdetta della luce, è necessario comunicare alcuni dati importanti, in maniera tale che il fornitore possa individuare in maniera inequivocabile il punto di fornitura da disalimentare. In genere, è necessario riportare:
- Dati anagrafici dell'intestatario della fornitura (nome, cognome, codice fiscale, data e luogo di nascita);
- Dati di contatto (numero di telefono e indirizzo e-mail);
- Indirizzo di fornitura;
- Codice POD;
- Numero cliente.
Nel caso in cui l'intestatario sia impossibilitato a presentare richiesta di disdetta, questa incombenza potrebbe essere affidata al rappresentante legale (per le utenze business), all'erede (in caso di decesso del titolare), ad un tutore legale oppure ad un delegato.
In genere, quando si compila un modulo di disdetta per l'energia elettrica, il richiedente fornisce autorizzazione a procedere con la disattivazione del contatore e si impegna a garantire che il contatore sia presente in un luogo esterno ed accessibile. A tal proposito, si autorizza l'azienda locale di distribuzione a rilevare, anche in assenza del titolare, i dati di consumo per la bolletta di chiusura.
Come ricevere la bolletta di chiusura della luce?
Quando si compila il modulo di disdetta della luce, è importante indicare anche i dati per la ricezione della bolletta di chiusura. La fattura può pervenire in formato elettronico (in tal caso è sufficiente indicare un indirizzo e-mail) oppure in formato cartaceo (presso un indirizzo fisico che l'utente avrà premura di riportare).
Affinché una richiesta di disdetta possa essere considerata valida e legittima, sarà necessario allegare al modulo anche una copia fronte e retro di un documento d'identità di colui che firmerà il documento. In alcuni casi, viene chiesto all'utente di indicare anche la data di decorrenza della disdetta. Si tratta di una premura utile ad evitare l'eventualità che il contatore possa essere disattivato in un periodo in cui è ancora necessario utilizzare l'energia elettrica.
Quanto costa fare una disdetta luce?
In base a quanto stabilito da ARERA (Autorità di Regolazione per l'Energia, le Reti e l'Ambiente) non è possibile conoscere a priori il costo per la disattivazione del contatore. Spesso, si tende a fare confusione tra recesso e disdetta. Il recesso è il diritto che il consumatore può esercitare per chiudere il contratto in essere per disalimentare la fornitura oppure passare ad un'altra compagnia. Nell'ambito dei rapporti tra cliente e fornitore, il consumatore ha il diritto di richiedere in qualsiasi momento il recesso e non gli potranno essere addebitate penali né tantomeno spese di chiusura.
Ci sono delle eccezioni a questa regola?
Sì, sempre in base alle indicazioni ARERA, potrebbero esservi delle eccezioni per i contratti di energia elettrica a prezzo fisso e durata a tempo determinato. In casi del genere, dunque, al consumatore che richiede il recesso anticipato, cioè prima della naturale scadenza del contratto, potrebbero essere addebitati dei costi. All'interno del contratto, però, dovranno chiaramente essere indicati i costi per il recesso anticipato.
Diverso è, invece, il caso delle disattivazioni o disdette. In questo caso, infatti, è necessario effettuare un intervento di natura tecnica sui contatori. Questa operazione viene svolta dalle aziende locali di distribuzione. Pertanto, solo interfacciandoti con il distributore competente nel tuo comune potrai conoscere i costi da sostenere per l'apposizione dei sigilli al contatore. In ogni caso, le aziende locali di distribuzione addebitano ai fornitori un contributo pari a 30 euro per i costi sostenuti, limitatamente alle utenze con contatori fino alla classe G6.
In generale, potrebbero esservi costi differenti a seconda del fatto che la tua utenza risulti attiva presso una compagnia del mercato libero o faccia parte del regime di maggior tutela. Nel mercato tutelato, il costo della disdetta è pari a 23 euro. Nel mercato libero è, invece, necessario dare un'occhiata a quanto contenuto nel contratto.
Quando termina il mercato tutelato dell'energia elettrica?
A partire dal 1 luglio 2024 il mercato tutelato dell'energia elettrica è terminato. Gli utenti che non hanno scelto un fornitore del mercato libero per tempo sono stati affidati al Servizio a Tutele Graduali. Resta però la possibilità, in qualsiasi momento, di attivare un contratto luce con qualsiasi compagnia del mercato libero. In ogni caso, a meno che non venga presentata apposita richiesta di disdetta, non ci sarà alcuna interruzione del servizio di fornitura dell'energia elettrica.
Quali sono i tempi per una disdetta della luce?
Quanto tempo può trascorrere dall'invio della richiesta di disdetta al giorno in cui verranno apposti i sigilli al contatore? Se per la chiusura di un contatore del gas sono necessari fino ad un massimo di nove giorni lavorativi, per la luce potrebbero volerci fino a sette giorni lavorativi.
La procedura si divide in due parti. In primo luogo, il fornitore, una volta ricevuta la richiesta di disdetta, avrà due giorni lavorativi di tempo per inoltrare la comunicazione all'azienda locale di distribuzione. La seconda parte del lavoro andrà svolta dal distributore, il quale avrà cinque giorni lavorativi di tempo per effettuare la disattivazione del contatore.
In quali casi il contatore viene disattivato dal fornitore?
In alcune circostanze, potrebbe accadere che la disattivazione del contatore non venga richiesta dall'utente ma venga effettuata dal distributore su richiesta del fornitore. Ciò accade principalmente in presenza di gravi casi di morosità, cioè qualora il consumatore risulti inadempiente e non abbia provveduto a saldare una o più bollette. Per risolvere la problematica sarà sufficiente pagare le bollette insolute.
Ci sono alcuni accorgimenti che è possibile adoperare affinché non si verifichino situazioni spiacevoli come la disalimentazione della fornitura. Chiaramente, molto dipende dalla motivazione alla base del mancato saldo delle bollette. Se la ragione della morosità è legata ad una dimenticanza, è possibile attivare la modalità di pagamento tramite domiciliazione bancaria. In questo modo, infatti, il pagamento della bolletta avverrà in modo automatico il giorno esatto della scadenza della fattura. Per attivare tale modalità di pagamento, è sufficiente compilare un modulo oppure contattare il fornitore, indicando gli estremi del conto corrente (codice IBAN) su cui andranno addebitate le bollette.
In molti altri casi, però, il motivo del mancato pagamento delle fatture non è legato ad una dimenticanza, bensì a difficoltà di carattere economico. Anche in circostanze del genere, però, è possibile attivarsi per fare in modo che venga evitato il peggio. Ad esempio, potresti chiedere al fornitore una rateizzazione delle bollette, in maniera tale da spalmare ed ammortizzare gli importi delle fatture ancora insolute. Inoltre, potresti verificare se disponi dei requisiti per accedere al bonus sociale elettrico, iniziativa avallata dallo Stato e che riconosce uno sconto in bolletta a vantaggio di famiglie che vivono una condizione di disagio sotto il profilo economico. Vale, infine, il consiglio di prestare attenzione ai consumi, adottando comportamenti maggiormente responsabili e meno votati allo spreco.
Cosa accade se la disdetta della luce viene completata in ritardo?
In questi casi, il consumatore acquisisce automaticamente il diritto ad un rimborso. L'indennizzo è di 35 euro se la disattivazione viene effettuando entro il doppio del tempo previsto. Il rimborso sale a 70 euro per le chiusure del contatore che vengono effettuate entro il triplo del tempo previsto. Chiudiamo con l'ultimo indennizzo, quello da 105 euro, che scatta qualora la disattivazione venga effettuata oltre il triplo delle tempistiche indicate da ARERA.
Come comportarsi in caso di passaggio ad un altro fornitore?
Abbiamo già accennato al fatto che gli utenti luce non saranno tenuti ad effettuare la disdetta del contratto, qualora la loro volontà sia quella di passare ad un'altra compagnia. In queste circostanze, ciò che bisognerà fare è, innanzitutto, confrontare le migliori offerte luce e gas del momento. Successivamente, dovrai scegliere la tariffa che più ti convince nonché le varie opzioni disponibili, tra cui:
- Tariffa a prezzo fisso o variabile;
- Bolletta in formato cartaceo o digitale;
- Metodo di pagamento delle fatture;
- Tariffa monoraria oppure tariffa a fasce orarie;
- Servizi aggiuntivi proposti dalla compagnia (connettività, impianti fotovoltaici, climatizzatori, caldaie, polizze assicurative etc.).