Messa a Terra Impianto Elettrico: cos'è, normativa e costo

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La messa a terra di un impianto elettrico è un sistema progettato per proteggere le persone dai rischi connessi all'utilizzo dell'energia elettrica. La guida Selectra  per aiutarti a capire in cosa consiste la messa a terra, quali sono i costi e qual è la normativa di riferimento in Italia da rispettare.

Cos'è la messa a terra di un impianto elettrico

La principale ragione in base alla quale un circuito elettrico viene collegato a terra è legata alla sicurezza. La finalità è quella di mettere al sicuro dagli shock elettrici sia l'impianto sia coloro che lo utilizzano. Si mettono, dunque, a terra le componenti esterne delle apparecchiature in maniera tale che, in presenza di un problema a livello dei circuiti elettrici o elettronici, esse non raggiungano un potenziale elettrico pericoloso sia per gli apparecchi stessi ma soprattutto per l'incolumità delle persone.

Come funziona un circuito elettrico?

Per funzionare correttamente, un circuito elettrico deve essere chiuso, ossia deve avere un percorso completo che permette alla corrente di tornare al punto di partenza. Un circuito elettrico chiuso è formato da diversi componenti, collegati tra loro tramite fili conduttori, in particolare:

  • Una fonte di energia (come ad esempio una batteria);
  • Carichi elettrici (come lampadine o elettrodomestici);
  • Interruttori.

La corrente elettrica parte dalla fonte di energia, attraversa i carichi elettrici e torna alla fonte tramite i fili conduttori. Se c'è un'interruzione in questo percorso (ad esempio, un filo scollegato o un interruttore aperto), il circuito si apre e la corrente non può più fluire, interrompendo il funzionamento del circuito.

La messa a terra è un elemento essenziale per la sicurezza di un impianto elettrico. Essa fornisce un percorso di ritorno sicuro per la corrente elettrica in caso di guasti, come un corto circuito. Collegando il circuito alla terra, si riduce il rischio di scosse elettriche e si protegge l'integrità dell'impianto e delle persone che lo utilizzano.

Cosa s'intende per messa a terra?

Quando diciamo che un circuito è "messo a terra", intendiamo che una parte del circuito è fisicamente collegata alla terra. Nel contesto dell'elettricità, la terra è considerata come un punto di riferimento stabile e sicuro, con una tensione di zero volt.

Per collegare i circuiti elettrici al terreno vengono utilizzati dei componenti chiamati dispersori, picchetti o puntali. Essi sono generalmente realizzati in rame o in acciaio e vengono infissi nel terreno. Il loro scopo è di consentire di scaricare in modo sicuro la corrente in caso di guasti, come cortocircuiti o dispersioni.

Le comuni prese elettriche che utilizziamo all'interno delle nostre abitazioni o nei luoghi di lavoro sono dotate di un terminale collegato al cavo di terra del circuito elettrico dell'edificio. Gli elettrodomestici e gli apparecchi elettrici sono progettati per utilizzare il cavo di terra come misura di sicurezza. Collegando il cavo di terra al terminale di messa a terra nella presa di corrente, ci assicuriamo che l'elettrodomestico sia protetto dal rischio di guasti elettrici.

Cosa accade in caso di guasto elettrico?

Quando si verifica un guasto elettrico, come un cortocircuito o una dispersione di corrente, la corrente elettrica cerca sempre di fluire verso il punto con il potenziale più basso. In un sistema elettrico con una corretta messa a terra, la corrente in eccesso o pericolosa può essere deviata in modo sicuro verso il terreno attraverso i dispersori collegati alla terra. Se non ci fossero i dispersori e gli appositi collegamenti, la corrente elettrica potrebbe cercare altri percorsi per raggiungere il potenziale di zero volt. Uno di questi percorsi potrebbe essere tramite il corpo umano, poiché gli esseri umani sono buoni conduttori di elettricità.

Per garantire la sicurezza sia di chi lavora sugli impianti elettrici sia di chi utilizza apparecchiature elettriche nella vita quotidiana, vengono impiegati dispositivi di protezione come gli interruttori differenziali, comunemente chiamati "salva vita". Essi monitorano continuamente la quantità di corrente che entra e esce da un circuito elettrico. Se c'è una differenza tra la corrente in entrata e quella in uscita, significa che parte della corrente sta disperdendosi verso terra attraverso un percorso imprevisto.

L'interruttore differenziale serve proprio a rilevare queste minime differenze di corrente, intervenendo immediatamente per interrompere il circuito elettrico. Ciò riduce drasticamente il rischio di scosse elettriche pericolose e potenzialmente letali. Questi dispositivi sono chiamati "salva vita" proprio perché proteggono le persone da possibili scosse elettriche causate da dispersioni di corrente. La loro presenza nelle case, negli uffici e nei contesti industriali contribuisce a creare un ambiente elettrico sicuro.

Messa a terra impianto elettrico: normativa di riferimento

Negli schemi elettrici ed elettronici, i collegamenti di terra e i punti comuni sono rappresentati da specifici simboli grafici. Questi simboli sono standardizzati per far sì che vi sia uniformità e chiarezza nella rappresentazione e interpretazione degli schemi. La standardizzazione è regolamentata a livello internazionale dalla norma IEC 60417.

Cos'è l'IEC?

La Commissione Elettrotecnica Internazionale (IEC) è un organizzazione internazionale che sviluppa e pubblica norme per tutte le tecnologie elettriche ed elettroniche. Questa norma specifica i simboli grafici utilizzati per rappresentare i vari collegamenti di terra e punti comuni nei diagrammi. In ambito europeo, le norme IEC sono recepite e adottate attraverso il Comitato Europeo di Normazione Elettrotecnica. In Italia, invece, questo compito è svolto dal Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI).

Sotto il profilo normativo, in Italia i principali riferimenti in materia di messa a terra degli impianti elettrici si trovano all'interno del D.P.R. 462/01 e della Norma CEI 64-8/5. Il Decreto del Presidente della Repubblica 22 ottobre 2001, n. 462 disciplina l'installazione e la manutenzione degli impianti elettrici, con particolare attenzione alla messa a terra e alla protezione contro i contatti indiretti. Ecco alcuni punti salienti del decreto:

  • Obbligo di verifica periodica (gli impianti elettrici devono essere verificati periodicamente da organismi abilitati per garantire la sicurezza e la conformità alle normative vigenti);
  • Denuncia dell'impianto (l'impianto di messa a terra deve essere denunciato all'INAIL e all'ASL competente ed è necessario fornire anche i dettagli tecnici relativi alla sua realizzazione);
  • Cadenza delle verifiche, variabile a seconda del tipo di ambiente e del rischio associato.

Come si effettua la verifica dell'impianto di messa a terra?

Il D.P.R. 462/01 impone che gli impianti di messa a terra siano sottoposti a verifiche periodiche obbligatorie, fondamentali per garantire la sicurezza elettrica e per prevenire incidenti dovuti a malfunzionamenti. In particolare, il decreto richiede che tali verifiche siano effettuate in due principali contesti:

  • Condomini;
  • Luoghi di Lavoro.

In ambito condominiale, spetta all'amministratore l'onere di garantire che l’impianto elettrico del condominio sia conforme alle normative e sottoposto a verifiche periodiche. Nei luoghi di lavoro, tale incombenza è attribuita al datore di lavoro. Compete, pertanto, agli amministratori di condominio e ai datori di lavoro assicurarsi che il sistema di messa a terra funzioni correttamente. Negli impianti di messa a terra condominiali, l'amministratore dovrà ripartire equamente i costi delle verifiche tra tutti i condomini.

A chi rivolgersi per le verifiche degli impianti di messa a terra?

Per effettuare le verifiche degli impianti di messa a terra, è necessario mettersi in contatto con imprese dotate di personale esperto e attrezzature adeguate. Tali aziende lavorano in sinergia con gli amministratori e gli imprenditori per pianificare e realizzare le verifiche periodiche, fornendo anche consulenze per eventuali interventi di manutenzione o miglioramento.


Le verifiche periodiche degli impianti di messa a terra prevedono, tramite apposita strumentazione, la misurazione della resistenza di terra, la quale deve essere sufficientemente bassa da garantire che, in caso di guasti, la corrente possa fluire facilmente verso terra, riducendo il rischio di scosse elettriche. I risultati vengono confrontati con i valori di riferimento stabiliti dalle normative tecniche per assicurarsi che rientrino nei limiti di sicurezza.
 

In fase di verifica, altrettanto importante è l'ispezione dei componenti sotto il profilo visivo. Si tratta di un controllo dettagliato di tutti i componenti dell'impianto di messa a terra. Questa verifica serve a identificare eventuali segni di usura, corrosione o danneggiamento che potrebbero compromettere l'efficacia del sistema. Durante l'ispezione vengono esaminati i collegamenti elettrici, i dispersori, i cavi a terra e gli eventuali dispositivi di protezione. Qualora vengano riscontrate anomalie o danni, è necessario intervenire tempestivamente per riparare o sostituire i componenti difettosi.

Qual è la frequenza delle verifiche degli impianti di messa a terra?

La frequenza con cui devono essere effettuati i controlli degli impianti di messa a terra varia a seconda di diversi fattori, come il tipo di impianto, l'ambiente in cui è utilizzato e il livello di rischio associato. Per impianti situati in ambienti residenziali o commerciali con una bassa densità di apparecchiature elettroniche la verifica può essere effettuata ogni cinque anni. Per impianti che si trovano in ambienti ad alto rischio, come ospedali, industrie o edifici con numerosi dispositivi elettronici è necessario procedere alla verifica almeno una volta ogni due anni. La frequenza potrebbe essere più breve in caso di modifiche all'impianto o a seguito di eventi atmosferici eccezionali.

Quanto costa la messa a terra di un impianto elettrico?

Il costo per la realizzazione ex novo di un impianto di messa a terra si aggira tra i 70 e i 100 euro. Invece, il costo per la verifica varia a seconda della tipologia d'impianto e, solitamente, oscilla tra i 150 e i 700 euro. Sono diversi i fattori che potrebbero condizionare il costo che ti verrà proposto dall'azienda che effettuerà i lavori, come ad esempio:

  • Tipologia di impianto (gli impianti più complessi, come quelli industriali o ospedalieri, richiedono un'installazione e verifiche più approfondite e costose rispetto all'impianto elettrico di casa);
  • Dimensioni e struttura dell'edificio;
  • Condizioni e livello di resistenza del terreno.

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