Aumento Bollette: Taglio Oneri di Sistema? Di che si tratta?

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aumento bollette luce 40%

Così come annunciato dal Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, dal primo ottobre la bolletta della luce potrebbe subire un aumento del 40%. Il Governo Draghi studia una soluzione di emergenza per ridurre l'impatto degli aumenti: il taglio degli oneri di sistema. La conferma si avrà questo giovedì, data prevista per la riunione del Consiglio dei Ministri.

Riavvolgiamo il nastro e capiamo bene perché aumenta il prezzo della luce e in cosa consiste il taglio degli oneri di sistema, come cambieranno le bollette nel caso venisse approvato e quali sono le altre ipotesi sul tavolo del Governo per alleggerire la spesa energia dei clienti domestici.

Ultim'oraAnticipazione del presidente del Consiglio Draghi: "Su bollette cancelleremo oneri di sistema per l'ultimo trimestre". Lo ha detto in merito alle misure che verranno approvate probabilmente oggi quando si riunirà il Consiglio dei Ministri. L'obiettivo è calmierare i potenziali aumenti in bolletta luce e gas previsti per il prossimo trimestre. "In assenza di un intervento del governo - continua Draghi - nel prossimo trimestre il prezzo dell'elettricità potrebbe salire del 40% e quello del gas del 30%. Per questo abbiamo deciso di eliminare per l'ultimo trimestre dell'anno gli oneri di sistema del gas per tutti e quelli dell'elettricità per le famiglie e le piccole imprese (...) Si tratta complessivamente di un intervento di oltre 3 miliardi, che fa seguito a quello da 1,2 miliardi avvenuto a giugno".

Perché Aumentano Luce e Gas?

I motivi dei rincari in bolletta sono diversi, alcuni dei quali facili da capire anche se non hai dimestichezza con il settore energetico; altri invece, un po' più tecnici. Cerchiamo di riassumerli in maniera chiara e semplice:

  1. Il primo motivo dell'incremento dei prezzi risiede in uno dei principi base dell'economia e cioè nell'incontro tra domanda e offerta. Il ritorno alla normalità post-lockdown e il ripristino di molte attività commerciali ha portato all'aumento della richiesta di luce e gas con il conseguente rialzo della domanda di metano sul mercato all'ingrosso
  2. Conseguentemente le quotazioni delle materie prime energetiche (soprattutto del gas naturale) hanno registrato un netto aumento. Ad agosto di quest'anno gli indici di prezzo delle materie energetiche mostrano un considerevole rialzo del +65% rispetto al 2020
    taglio oneri di sistema
  3. La produzione e il trasporto faticano a tenere il passo della domanda perché sale il prezzo della materia prima e conseguentemente anche i costi di produzione dell'energia
  4. Sale anche il costo dei permessi per le emissioni di CO2 volte ad incentivare le aziende all'adozione di sistemi di produzione a minor impatto ambientale. Le aziende infatti devono compensare le emissioni di gas inquinanti acquistando carbon credits o quote di emissioni. Questo sistema di scambio prende il nome di mercato ETS (Emission Trading System). L'aumento dei prezzi di tali permessi di emissione contribuisce per circa un quinto ai rincari in bolletta luce e gas

Riassumendo ciò che accade sul mercato all'ingrosso incide in maniera diretta sui prezzi pagati dal cliente finale. Questo aumento era prevedibile? La risposta è sì! Di fatto anche il terzo trimestre aveva visto il costo della luce salire del 9.9% e quello del gas del 15% (vedi tariffe ARERA). A sorprendere è l'entità del rincaro che ricordiamo sarà del +40% per luce e 31% per il gas. Ed è qui che entra in gioco il Governo Draghi, cui spetta il compito di attuare misure correttive per minimizzare l'impatto dell'aumento che, in assenza di interventi tempestivi, ricadrebbe tutto sulle tasche degli italiani.

Gli aumenti ricadranno indistintamente su tutti i clienti finali?I rincari riguarderanno più da vicino i clienti del mercato tutelato che pagano luce e gas al prezzo stabilito da ARERA o quei clienti del mercato libero che hanno sottoscritto un'offerta a prezzo variabile. Invece, i clienti del mercato libero che hanno optato per una tariffa con prezzo della componente energia bloccato potrebbero subire variazioni solo nelle componenti regolate, quali oneri di sistema e spesa gestione e trasporto contatore.

Spostare gli Oneri di Sistema dalle Bollette alle Tasse

Il taglio agli oneri di sistema è la strada immediatamente percorribile dal Governo per contenere gli aumenti in bolletta. Gli oneri di sistema si riferiscono alle componenti in bolletta che coprono i costi dell'attività legate al sistema elettrico e al gas. Nello specifico includono la componente ASOS (oneri generali relativi al sostegno delle energie rinnovabili ed alla cogenerazione) e la componente ARIM (rimanenti oneri generali).

Tradotto in parole povere, gli oneri di sistema sono costi non direttamente collegati al consumo dell'energia elettrica del consumatore.

Affinché il taglio diventi reale, il Governo dovrà stanziare dei fondi e approvare il Decreto legge la cui discussione è prevista, salvo posticipi, durante la riunione del Consiglio dei Ministri di domani, giovedì 23 settembre 2021.

I tecnici lavorano per stabilire l'ammontare delle risorse necessarie da stanziare per ridurre di almeno il 30% i rincari in bolletta luce e gas. Si parla di circa 4 Miliardi a copertura del Decreto legge, risorse arrivate dai minori esborsi delle misure anticrisi per le imprese (fonte La Stampa). L'idea alla base del Dl è quella di spostare parte degli oneri di sistema, cioè quei costi non direttamente collegati al consumo dell'energia elettrica del consumatore, sulla fiscalità generale ovvero le tasse.

In ogni caso quindi ricadranno sul consumatore?Spostare gli oneri di sistema all'esterno della bolletta, facendoli convogliare nelle tasse significa farli pesare di nuovo sui contribuenti cioè gli stessi che si sta cercando di salvare dal rincaro delle bollette. E quindi? Onde evitare che ciò accada, bisogna riscrivere il metodo di calcolo delle bollette energetiche, come afferma lo stesso ministro Cingolani.

Le altre Ipotesi al vaglio

  • Altra misura di cui si discute già da tempo, è quella di utilizzare il gettito della vendita all'asta delle quote di emissione di COper abbassare le bollette luce e gas.
  • Il taglio degli oneri di sistema non terrebbe conto di differenze di reddito. Per ovviare a tale problema l'altra misura sul tavolo del Governo Draghi riguarderebbe rendere più sostanzioso il bonus sociale per tre milioni di famiglie. Conosciuto anche con il nome di bonus energia, prevede uno sconto in bolletta per le famiglie in condizioni di disagio economico.

Uno sguardo all'Europa e non solo

aumento prezzo energia

Mal comune mezzo gaudio, dicono. Anche se in questo caso sapere che il rincaro dei prezzi riguarda non solo l'Italia ma tutta Europa non ci rende di certo più felici. Non solo Draghi quindi deve vedersela con l'aumento dei prezzi di luce e gas. Insieme a lui anche i colleghi europei, come Sanchez e Macron, non dormono sonni tranquilli mentre sul governo di Boris Johnson in Inghilterra, che ricordiamo essere ormai fuori dall'EU in seguito alla tanto sofferta Brexit, si abbatte il rischio fallimento di molteplici fornitori d'energia elettrica.

  • Il Governo di Pedro Sanchez ha di certo preso soluzioni più aggressive a causa del fatto che in Spagna il prezzo dell'energia elettrica ha subito un aumento esponenziale. Il Cdm spagnolo ha approvato misure da 4 miliardi per ridurre l'"imposta speciale" sulla luce (passata dal 5,1% allo 0,5%). In più ha deciso di aumentare gli aggravi fiscali per i produttori di energia idroelettrica e nucleare, essendo quest'ultimi non interessati dall'aumento del prezzo del gas. 
  • Il Governo Macron ipotizza voucher a sostegno delle famiglie economicamente disagiate ma valuta anche una riforma delle imposte.
  • In Inghilterra l'aumento dei prezzi si è abbattuto anche sui fornitori d'energia elettrica, soprattutto quelli che offrono un prezzo della componente energia basso e che per questo iniziano ad essere a corto di coperture. Lo scorso mese cinque gestori hanno chiuso i battenti e secondo le stime dei rappresentanti del settore entro fine anno resteranno in attività solo 6 - 10 fornitori sui 55 attuali. La situazione è dunque all'attenzione del Governo Johnson e i grandi fornitori hanno già avanzato diverse proposte, come lo stanziamento di fondi da parte dello Stato o l'ingresso dell'autorità indipendente Ofgem nella gestione delle società in dissesto.