Cosa sono i Prezzi Zonali e perché diremo addio al PUN?
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Una nuova rivoluzione si appresta ad interessare il mercato dell'energia elettrica italiana: dal 1° Gennaio 2025, salvo ulteriori proroghe, si passerà dal PUN ai prezzi zonali. Scopriamo insieme cosa s'intende per prezzo zonale e in che modo questa novità riguarderà i consumatori italiani.
In base all'attuale modello in vigore in Italia, il prezzo all'ingrosso dell'energia elettrica tende ad essere identico sull'intero territorio nazionale, questo significa che il costo all'ingrosso della luce è uguale a Palermo come a Napoli, Roma, Milano etc. Con il nuovo modello, che dovrebbe entrare in vigore all'inizio del 2025, non sarà più così.
Cosa sono i prezzi zonali?
Per prezzi zonali s'intende un prezzo all'ingrosso della materia prima che cambia in base alle varie aree del paese. Si tratta di una differenza sostanziale e che potrebbe avere un impatto non trascurabile sulle condizioni economiche associate alle offerte luce che verranno proposte dai fornitori di energia elettrica.
Qual è il meccanismo che regola il modello attuale?
Oggi si utilizza il PUN, acronimo di Prezzo Unico Nazionale. Si tratta di un valore che si aggiorna mensilmente e che corrisponde proprio al prezzo all'ingrosso dell'energia elettrica sulla borsa elettrica italiana. Il prezzo che viene a formarsi su base mensile è la media ponderata dei prezzi che si determinano nelle varie zone italiana ogni ora e ogni giorno del mese.
È stato il Governo nazionale a giungere a questa decisione, con l'approvazione, in data 31 gennaio 2024, della legge di conversione del decreto-legge n. 181 del 9 dicembre 2023. Questa legge affronta diverse importanti questioni relative alla sicurezza energetica e alle fonti rinnovabili.
Per le finalità di questo contenuto, è interessante guardare soprattutto all'articolo 19, comma 4-ter il quale stabilisce che, a partire dal 1° gennaio 2025, si applicano i prezzi zonali. Viene, inoltre, istituito "un meccanismo transitorio di perequazione tra i clienti finali a compensazione dell'eventuale differenziale tra il prezzo zonale e un prezzo di riferimento calcolato dal GME in continuità con il calcolo del prezzo unico nazionale".
In sostanza, se oggi si utilizza il Prezzo Unico Nazionale, a partire dal 2025 ogni regione avrà il proprio prezzo. Uno dei problemi legati all'applicazione di un unico prezzo su scala nazionale è rappresentato dal fatto che in Italia ci sono molte differenze socio-economiche e anche produttive tra le diverse aree del paese. Il prezzo zonale nasce proprio con la finalità di tenere conto delle differenze, in termini di produzione, distribuzione e consumo, tra le diverse aree del paese.
Come funzionano le offerte luce con il PUN?
Con il Prezzo Unico Nazionale il meccanismo che porta i fornitori luce a stabilire le condizioni economiche delle offerte è abbastanza semplice. Ovviamente, bisogna in primo luogo considerare la differenza tra offerte a prezzo fisso e tariffe a prezzo variabile.
Le offerte a prezzo fisso offrono al consumatore il vantaggio di poter bloccare per un determinato arco di tempo (solitamente un anno) il costo della materia prima. In termini molto semplici, ciò vuol dire che all'utente verrà proposto un costo al kWh che non cambierà nel periodo in cui l'offerta sarà in vigore.
Quali sono i rischi per fornitori e consumatori per le offerte a prezzo fisso?
Il rischio per i fornitori è che nel periodo in cui, a livello contrattuale, il cliente usufruisce del prezzo fisso, il costo della materia prima possa aumentare. Se ciò dovesse verificarsi, potrebbe accadere che la società di vendita possa ritrovarsi ad acquistare all'ingrosso l'energia ad un prezzo maggiore rispetto al prezzo che è stato concordato con il consumatore. Per quest'ultimo, invece, il rischio è che la tariffa possa diventare meno conveniente qualora il costo della materia prima dovesse, nel periodo di validità della tariffa fissa, abbassarsi.
In base al sistema attualmente vigente, il prezzo fisso che le compagnie luce propongono è identico su tutto il territorio nazionale. Dunque, nel momento in cui un'offerta è in vigore, possono accedere a quel prezzo, senza alcuna distinzione, i consumatori di qualsiasi regione, senza alcuna distinzione.
Come funzionano le offerte a prezzo variabile?
Un'offerta a prezzo variabile prevede un costo dell'energia che segue l'andamento del mercato energetico. Il costo al kWh che pagherà l'utente ogni mese è legato proprio al PUN, dunque al prezzo a cui i fornitori luce acquistano l'energia all'ingrosso. Affinché possa esservi un margine di guadagno per il fornitore, al Prezzo Unico Nazionale viene aggiunto un contributo al consumo, solitamente fisso per 12 mesi.
Per le società di vendita, le offerte a prezzo variabile sono esenti da criticità. Il prezzo allineato al mercato, unitamente alla presenza dello spread, pone il fornitore in una posizione tranquilla e, dunque, priva di rischi. Per il consumatore il vantaggio di una tariffa variabile consiste nella possibilità di ottenere un prezzo allineato ai valori dei mercati energetici. La componente di rischio è legata ad un possibile aumento dei prezzi nel corso del tempo.
Le offerte a prezzo variabile proposte dalle compagnie italiane seguono uno schema piuttosto comune. Abbiamo da una parte il Prezzo Unico Nazionale, dall'altra il contributo al consumo e i costi di commercializzazione. Considerando che il PUN, ad oggi, è identico in tutta Italia, la convenienza di un'offerta può essere riscontrata prendendo in considerazione gli altri due fattori poc'anzi menzionati, oltre ovviamente ad eventuali plus e servizi extra patrocinati dai fornitori. A tal proposito, potresti approfittarne per dare un'occhiata alle migliori offerte luce per il mercato libero, oppure puoi consultare la tabella della top 3 delle offerte luce del momento di seguito:
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La bolletta mensile è calcolata con un consumo di 1200 kWh e include eventuali sconti previsti dall'offerta, imposte e IVA; per le tariffe indicizzate è usata una stima del prezzo del PUN (luce) del prossimo anno pubblicato dall'Autorità.
Come funzioneranno le offerte luce con i prezzi zonali?
Con i prezzi zonali, i fornitori potrebbero essere costretti a rivedere, quantomeno parzialmente, le modalità di strutturazione delle offerte e anche le iniziative promozionali ad esse associate. Poiché oggi molti consumatori sono abituati a cercare le informazioni sulle offerte per l'energia elettrica online, è probabile che sui siti web delle compagnie luce e gas le proposte commerciali possano essere mostrate secondo criteri differenti rispetto a quelli attuali.
Ad esempio, potrebbe accadere che al consumatore venga richiesto di specificare la propria regione di provenienza, così da poter visualizzare le condizioni economiche in vigore, tenendo conto del prezzo dell'energia in quella determinata zona.
Vi è il rischio di forti differenze nei prezzi dell'energia tra un'area e l'altra?
Se il Governo è arrivato a questa decisione, la finalità non può certamente essere quella di avvantaggiare in modo netto alcune regioni a discapito di altre. Anche in base agli attuali scenari di mercato, è molto probabile che non vi saranno differenze enormi tra un'area ed un'altra. Inoltre, gli orientamenti governativi saranno quelli di favorire nuovi investimenti nelle energie rinnovabili, così da agevolare anche quelle regioni che, per ragioni di carattere logistico (la Sicilia, ad esempio), si troverebbero a sostenere costi maggiori per le operazione di import della materia prima.
Il Gestore dei Mercati Energetici ha già definito le zone geografiche per le quali si applicherà uno specifico prezzo zonale. Le zone sono le seguenti:
- Nord (Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia);
- Centro Nord (Marche e Toscana);
- Centro Sud (Lazio, Campania, Abruzzo, Umbria);
- Sud (Molise, Puglia, Basilicata);
- Calabria;
- Sicilia;
- Sardegna.
In ogni caso, nel Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima è indicato che l'abbandono del Prezzo Unico Nazionale non esclude a priori l'utilizzo da parte del Gestore dei Mercati Energetici "di un prezzo di riferimento dell’energia elettrica scambiata nell’ambito del mercato all’ingrosso dell’energia elettrica, in continuità con il calcolo del Prezzo Unico Nazionale, al fine di favorire lo sviluppo e la trasparenza dei mercati".